Nawarthawut, l’arsenale della Muay Thai.
di Marco De Cesaris

La Muay Thai è nota come l’ Arte Marziale delle nove armi o Nawarthawut : mani, gomiti, gambe, ginocchia e testa sono allenate e preparate per essere utilizzate come mezzi di offesa al pari di asce, pugnali, lance e mazze. Le stesse parti del corpo sono inotre impiegate abilmente come scudi protettivi per neutralizzare le offensive degli avversari in maniera efficace e spesso definitiva al pari di un vero attacco. Nella tradizione siamese, come avviene per molte arti di combattimento orientali, il primo elemento che viene studiato al fine di sviluppare azioni offensive è la mano: la base degli attacchi di questo genere è rappresentato dal pugno chiuso che si impiega per colpire secondo numerose traiettorie con la parte frontale dello stesso, con il dorso, con la parte inferiore dal lato del mignolo e con la parte interna del pugno (Nota:come seconda scelta è inoltre previsto un impiego delle mani alternativo, utilizzando come superficie d’impatto la mano aperta, posizionata in varie foggie, impiego che non tratteremo nel presente articolo). Per formare correttamente il pugno evitando di subire lesioni nell’esecuzione dei colpi (supponendo ovviamente di non indossare alcun guanto protettivo), è necessario adottare alcuni accorgimenti: le dita devono essere strette fortemente nel momento cruciale dell’impatto con il bersaglio ed il polso deve essere mantenuto rigido, allineando il dorso del pugno con l’avambraccio, evitando accuratamente di piegarlo, pena una grave lesione e la fine del combattimento. Le traiettorie dei colpi di pugno possono essere varie, normalmente gli attacchi vengono suddivisi tra colpi diretti e circolari; questi ultimi possono essere eseguiti dal basso, parallelamente al terreno, dall’alto, in rotazione. Il gomito è considerato una parte del corpo tra le più dure naturalmente e, se appropriatamente posizionato ed utilizzato con perizia, si può rivelare l’asso nella manica per qualsiasi thai boxer esperto. Il primo elemento da considerare per servirsene con efficacia, consiste nell’apprendere come formare correttamente un’arma con il proprio gomito: il braccio e l’avambraccio devono essere uniti strettamente, così da far “emergere” la punta del gomito che deve protrudere come un punteruolo per causare il maggior danno possibile nell’azione di attacco. Le traiettorie dei colpi di gomito sono molte e variate, potendo l’articolazione della spalla muoversi a 360° con una certa facilità; si possono scagliare gomitate dall’alto, dal basso, in diagonale, orizzontalmente, in rotazione, questi tremendi fendenti possono raggiungere praticamente ogni parte del corpo avversario secondo una grande varietà di angoli, danneggiando ogni bersaglio in modo notevole. E’ importante anche considerare che, oltre ai più ovvi movimenti delle spalle, anche quelli del tronco e delle gambe contribuiscono in maniera effettiva ad un’esecuzione efficace dei colpi di gomito. Le gambe sono naturalmente molto più poderose delle braccia; nella tradizione thailandese l’utilizzo delle gambe come strumenti di offesa e difesa è da sempre molto comune. In generale nella Muay Thai si distinguono due zone come punti di impatto per gli attacchi di gamba, i piedi e le tibie. I primi vengono utilizzati nei calci a traiettoria diretta impattando con le dita, l’avampiede, la pianta, il tallone; eccezione a questa regola sono alcuni colpi in cui parti del piede come il dorso ed il collo del piede (oltre al tallone, al taglio esterno ed alla pianta) vengono utilizzati come superficie d’impatto per particolari calci circolari. L’altra zona primaria di impatto per i calci, la tibia, viene invece impiegata nella maggior parte dei calci a traiettoria circolare e per effettuare azioni difensive. La tibia è una delle parti ossee più resistenti a condizione di essere adeguatamente preparata, in caso contrario la sua sensibilità si potrebbe rivelare controproducente per lo stesso esecutore dell’azione di attacco. Per quanto riguarda le traiettorie di questi colpi, nell’esecuzione dei calci diretti la posizione dell’anca fa distinguere tre tipi di attacco: frontale, laterale o all’indietro. I calci circolari invece sono catalogati in base all’angolo formato dalla gamba con il terreno: avremo così calci verticali, diagonali, orizzontali, a parabola, all’indietro. Le ginocchia sono senza alcun dubbio le armi naturali il cui utilizzo è stato più approfondito nel secoli dai Kru thailandesi; in nessuna arte marziale i colpi portati con le ginocchia sono stati più sviluppati di quanto è stato fatto nella Muay Thai. Per quanto riguarda la posizione più idonea della gamba per sferrare le ginocchiate, vale in massima parte quanto detto riguardo ai gomiti: la gamba deve essere stretta sulla coscia per permettere alla parte frontale più dura di spingersi verso l’esterno, creando una superfice compatta in grado di provocare danni notevoli contro qualsiasi parte del corpo dell’avversario. Oltre alla parte frontale del ginocchio, anche la parte interna dello stesso viene utilizzata nell’esecuzione di alcuni tipi di colpi circolari. Le traiettorie di utizzo delle ginocchiate sono dirette in avanti, verso l’alto, circolari, verso il basso e, se abbinate all’impiego di particolari prese di lotta, possono raggiungere agevolmente tutte le parti sensibili del corpo, dalle gambe al capo. La nona arma è la testa, spesso intesa come mente lucida che agisce come un centro di comando per coordinare nel migliore dei modi le otto armi di base a disposizione del Nak Muay o thai boxer. In realtà anche la parte anatomica (il cranio) riveste una notevole importanza nell’arsenale della Muay Thai, soprattutto nelle dure fasi di combattimento corpo a corpo, ritenute a ragione tra le più impegnative in cui ci si può venire a trovare. Le parti frontale e posteriore della testa vengono utilizate con perizia spesso in abbinamento a prese come per le ginocchiate, per impattare violentemente contro il volto o il tronco dell’avversario, rivelandosi spesso tecniche decisive al pari delle altre otto armi fondamentali della Muay Thai.