INTERVISTA SHOCK al Gran Maestro Paosawath
professore universitario, allenatore di campioni
professionisti e anima tecnica della Associazione delle Arti Marziali
Thailandesi.
Di Marco De Cesaris
Come è noto la Muay Thai Boran
o lotta thailandese antica è costituita sotto il profilo tecnico
da più componenti tradizionali, derivate in massima parte dagli
stili regionali classici quali il Muay Chaiyuth, il Muay Korat, il Muay
Lopburi e da quelli cosiddetti tematici quali le tecniche della Scimmia
Bianca Hanuman: oltre a comprendere le differenti basi stilistiche l’adepto
dovrà ricondurre sempre, nel corretto processo di apprendimento,
quanto mostratogli dal proprio Khru ai principi fondamentali dell’Arte
che riuniscono in un unico filo conduttore un così grande patrimonio
tecnico marziale. Il filo rosso che è in grado di “cucire” insieme
tutti gli elementi tecnici dei vari stili, in alcuni casi molto diversi
tra loro, è l’insieme dei principi racchiusi nelle forme
Mae Mai e Look Mai Muay Thai, le vere fondamenta dell’apparato
stilistico della Muay Thai Boran.
La corretta e coerente codificazione delle Mae Mai e delle Look Mai effettuata
in tempi relativamente recenti non si è dimostrata opera semplice,
neanche per gli addetti ai lavori nella madrepatria della Muay Thai, tanto
che ha richiesto la creazione di una squadra di esperti voluta e creata ad
hoc dal Ministro dell’Educazione Thailandese attraverso il proprio
Ufficio della Commissione Cultura. Senza alcun dubbio, il principale artefice
della corretta codificazione di tali importanti tecniche tradizionali di
combattimento, messo a capo della commissione dai vertici del Ministero per
la sua competenza al di sopra di qualsiasi dubbio, è il Gran Maestro
Paosawath Saengsawan (Kru Pho per gli amici). Schivo e poco incline a mettersi
in mostra, il Maestro Paosawath è una sorta di manuale tecnico e storico
vivente, l’unico che in Thailandia abbini la conoscenza storica di
un professore universitario all’abilità pratica di un grande
allenatore di combattenti professionisti. Già insegnante di tradizioni
marziali presso l’Università di Chulalongkorn ed attualmente
di Rajabat, ha prestato la sua opera a più riprese per codificare
secondo un sistema razionale e comprensibile da tutti (soprattutto dai farang,
i non thailandesi) le tecniche delle Mae Mai e Look Mai tratte dai vari stili
Muay, così come ora sono inserite nei programmi tecnici della Associazione
delle Arti Marziali Thailandesi (AITMA) e dell’Accademia Internazionale
di Muay Boran (IMBA).
A tale proposito, dopo numerosi incontri di studio, in cui è stato
possibile per noi tecnici dell’Accademia, allenarci con lui e scambiare
opinioni e punti di vista specifici con il Maestro, egli è stato affascinato
dall’approccio utilizzato nell’IMBA per affrontare un argomento
sfuggente come le tecniche di combattimento a mani nude thailandesi, a metà strada
tra il pragmatismo occidentale ed il tradizionalismo di stampo asiatico.
Il coronamento di tutto ciò è stata la sua recente supervisione
alla stesura degli aggiornamenti tecnici dei programmi dell’Accademia
(in linea con quelli ufficiali della AITMA da lui diretta sotto il profilo
tecnico), fornendo così un’ulteriore garanzia di serietà all’IMBA
soprattutto in questo momento di grande espansione internazionale.
Durante l’ultimo incontro avuto recentemente con il Maestro, abbiamo
avuto modo di raccogliere le sue opinioni, senza peli sulla lingua, in merito
all’attuale situazione delle Arti Marziali Thailandesi nella madrepatria
e nel mondo, opinioni che riportiamo in esclusiva per i lettori di Budo International
e che non mancheranno di stupire.
1. “La Muay Boran non esiste!”
Affermazione un po’ forte, non vi pare? In realtà il Maestro
con questa provocazione vuol far capire come negli ultimi anni si sia erroneamente
percepita una somiglianza ed un parallelismo tra Thai Boxing e Muay Boran;
mentre però la Boxe Thailandese è una disciplina sportiva uniforme,
codificata in epoca recente e con caratteristiche pressoché identiche
indipendentemente dal luogo di pratica (varie zone della Thailandia e non)
la Muay Thai Boran non è mai esistita in antichità come corpus
tecnico unico e non può essere definita come una disciplina a se stante
(vedi anche punto successivo). In realtà la Muay Boran, così come è intesa
oggi in Occidente non è che una ricostruzione effettuata in Europa
(in seno all’IAMTF prima e nell’IMBA e AITMA poi grazie soprattutto
all’opera di Master Woody e dello stesso GM Paosawath) accorpando le
varie correnti stilistiche originali. Praticare la Muay Boran oggi in maniera
corretta, ovviamente sotto la guida di un khru qualificato IMBA o AITMA,
vuol dire studiare la modernizzazione effettuata dagli esperti di tali organizzazioni
degli stili classici siamesi.
2. “Senza la suddivisione in
stili non si può parlare di tecnica tradizionale”.
Come detto, in Thailandia in origine era il MUAY e le interpretazioni dell’Arte
Marziale siamese corrispondevano ai luoghi di provenienza dei più forti
ed abili combattenti: partendo dalla suddivisione in stili morbidi e duri,
Muay Kiao e Muay Lak, si sono strutturate tre correnti stilistiche principali,
Muay Chaiya, Muay Korat e Muay Lopburi, ognuna delle quali aveva tecniche
base (dalle posizioni di guardia fino alle Mae Mai) e impostazioni del combattimento
molto diverse tra loro. In Thailandia nessuno pratica la “Muay Thai
Boran” tout court ma, quei pochi che si interessano di Arti antiche,
si allenano ad esempio nel Muay Chaiya, cioè in uno stile specifico.
Il compendio dei veri stili originali (conclude il maestro) fatto ad uso
e consumo degli occidentali da noi (leggi IMBA) è stato ribattezzato
Muay Thai Boran per scelta, anche se si sarebbero potuti usare molti altri
modi di dire in lingua thai (Sillapa Muay Thai, Mai Muay Thai, Muay Kard
Chieuk ecc.) ed utilizzato a partire dal 1995 in poi.
3. “Oggi in Thailandia ogni
maestro di Muay Thai conosce non più del 10% di tecniche tradizionali”.
Con la moda del combattimento ancestrale che regna oggi molti allenatori
thai si stanno improvvisando tecnici di lotta tradizionale: in realtà,
a detta del Maestro, le loro conoscenze si limitano ad un mero 10 % del bagaglio
tecnico degli antichi sistemi di combattimento. Inoltre, essendo a tutt’oggi
disponibile sul mercato un solo testo in lingua thai che tratta gli argomenti
relativi al combattimento Boran (scritto ovviamente da Khru Pho), quasi tutti
attingono a piene mani da tale fonte autorevole, il più delle volte
interpretando erroneamente azioni e principi delle Mae Mai e delle Look Mai
Muay Thai (tecniche base ed accessorie), impoverendo di fatto ulteriormente
la conoscenza e la corretta diffusione del Muay e creando confusione negli
studenti che, spesso, non riescono più a distinguere tra una tecnica
arcaica ed una moderna.
4. “Chi non si allena secondo
i metodi della Muay Thai parallelamente alla pratica tecnica tradizionale,
non otterrà mai i frutti sperati”.
Non basta praticare le forme e studiare le tecniche con un partner consenziente,
anche se questo è certamente il primo passo per padroneggiare i movimenti
complessi degli stili tradizionali. L’esperienza derivante dall’applicare
i movimenti in combattimento (Len Chern e Chap Ko) e dal colpire gli attrezzi
specifici al massimo della potenza, unitamente al condizionamento attivo
e passivo, è la condizione necessaria per far proprie le tecniche
studiate con il proprio khru. Ignorare i progressi tecnologici entrati a
far parte nei decenni della pratica del Muay (dall’uso dei vari “pads” all’introduzione
delle protezioni per dare e ricevere colpi) non vuol dire rispettare la tradizione:
preservare le tecniche antiche perché ancor oggi efficaci, allenandole
sfruttando appieno la tecnologia moderna, rientra invece perfettamente nei
principi di adattamento e sviluppo propri della tradizione del Muay, che
hanno reso quest’Arte Marziale la splendida disciplina che è oggi
rispettata e praticata in tutto il mondo.
[Intervista raccolta da Marco De Cesaris ad Agosto
2004 e pubblicata su Budo International a Dicembre 2004]