L’arma definitiva del combattimento alla lunga distanza:
il calcio diretto della Muay Thai.

Di Marco De Cesaris

L’immagine di un cavallo imbizzarrito che scalcia con violenza è la sensazione che i maestri ancestrali della Muay Thai hanno voluto trasmetterci definendo il calcio diretto frustato “Cavallo da Guerra” (War Horse): ed proprio la potenza di uno stallone che colpisce con tutta la sua potenza che ci viene evocata quando osserviamo una perfetta esecuzione della Mae Mai Yotha Sinthop che si abbatte sul mento di un malcapitato avversario. Anticamente si paragonavano le due azioni (lo scalciare del cavallo e la tecnica di Muay Thai) proprio perché gli effetti devastanti dei due attacchi si diceva che si equivalessero!
Come è ormai noto le azioni di percussione nella Muay Thai si possono eseguire fondamentalmente utilizzando quattro tecniche di base:

1. i calci
2. i pugni
3. le gomitate
4. le ginocchiate

I calci ed i pugni sono le armi utilizzate alla media e lunga distanza.
Le ginocchiate e le gomitate sono le armi deputate al combattimento alla corta distanza.
A loro volta i calci si distinguono a seconda della loro traiettoria: diretti e circolari: tra questi i calci diretti sono comunemente considerati come le tecniche più “lunghe” a disposizione di un combattente (senza ovviamente considerare i movimenti eseguiti saltando verso l’avversario).
Proprio i calci diretti sono la base, per la loro efficacia alla lunga distanza, di ogni strategia di combattimento, sia sul ring, che sul tatami che sulla strada.
I thai boxers professionisti, ad esempio, imparano ad utilizzare i calci diretti con diverse finalità, per attaccare, per difendersi, per “stuzzicare” e per spezzare il timing agli avversari.
Il calcio frontale diretto (o Tiip Trong nella sua forma base) è da sempre tra gli elementi tecnici più apprezzati dai maestri di Muay Thai che, sin dai tempi più remoti, lo includono nell’apprendistato di ogni nuovo adepto fino a sviluppare il colpo alla perfezione.
L’importanza del Tiip è addirittura evidente osservando reperti “archeologici” come il manuale di Muay Thai conservato presso l’Ufficio della Commissione Cultura della Thailandia, che risulta essere stato scritto durante l’era di Re Rama III; il manuale suddivide le tecniche a mani nude in tre grandi gruppi, le Tecniche di base o Mae Mai, le tecniche accessorie o Look Mai e le tecniche combinate di attacco e contrattacco o Kon Muay Kee. Tra le prime tecniche di base viene evidenziata proprio la Mae Mai Morn Yan Lak, il metodo fondamentale di utilizzo del calcio frontale diretto “a spinta”, come azione di arresto su una veloce ed aggressiva avanzata dell’avversario.
Si narra che lo stile del Muay Korat, pur se rinomato per le proprie serie di calci e ginocchiate portate aggredendo l’avversario, abbia basato gran parte dell’apprendimento iniziale dei propri praticanti proprio sulla tecnica di calcio diretto spinto.
Ma il Tiip Trong può essere utilizzato in maniera differente da quella ora enunciata, lavorando più sull’esplosività dell’azione di distensione della gamba che sulla spinta delle anche verso il bersaglio (come avviene invece per il Morn Yan Lak): in tal caso la letteratura definisce tale colpo come calcio diretto “frustato” o Yotha Sinthop.
In questo tipo di esecuzione la traiettoria è innanzitutto orientata secondo una linea diagonale da terra, al contrario del percorso pressoché orizzontale che percorre la gamba nel calcio diretto a spinta. Nel caso poi dello Yotha Sinthop, per conferire ancora maggiore esplosività all’azione, normalmente si abbina al movimento scalciante una sforbiciata che proietta con violenza il piede verso il mento, lo sterno o il plesso solare dell’avversario.
Dopo un buon numero di settimane di pratica delle due tecniche di calcio diretto, tradizionalmente basate sulla esecuzione dei colpi da fermi, in movimento avanzando, arretrando e girando intorno ad un punto fisso (perno) il neofita deve essere iniziato alla dura pratica del condizionamento dell’arma (le varie parti del piede come le dita, la pianta e l’avampiede), dei tendini e dei muscoli che entrano in gioco nel movimento: il condizionamento viene eseguito colpendo per lungo tempo dei pali conficcati nel terreno o, in mancanza di meglio, un solido muro (attualmente si tende a sostituire questi metodi arcaici con l’uso del sacco pesante, ottenendo però risultati meno definitivi). Successivamente, una volta raggiunta una struttura di sostegno ed una tecnica sufficiente, si passa all’applicazione della tecnica in fase offensiva con l’allenatore munito di Pao e cinturone addominale, per sviluppare il timing e la precisione del colpo. L’ultima fase è la messa in pratica della tecnica in situazioni “live”, cioè nell’allenamento a coppie o Lenchern, per applicare le azioni in combinazione e per apprendere le innumerevoli possibilità di difesa e contrattacco applicabili utilizzando il duttile il calcio diretto o difendendosi da esso.